I primi, timidi, passi unitari provano a farli Urzì e Vezzali. Il presidente del consiglio provinciale, uscito dal Pdl perché in rotta con la Biancofiore, ha aderito al movimento fondato da Urzì alla vigilia delle elezioni politiche. «I partiti nazionali non si interessano agli altoatesini. Il Pd ha fatto l'accordo con l'Svp sulla toponomastica, il Pdl lo stesso. Ora è il momento di promuovere una forza territoriale» esordisce Vezzali. L'obiettivo, sentenzia Urzì, è eleggere tre consiglieri, quelli che oggi sono nell'alveo del centrodestra. «Vogliamo rifondare il centrodestra su nuove basi, è chiaro che così frammentato a causa dei personalismi il centrodestra rischia il disastro elettorale. Proprio per questo abbiamo fatto uno sforzo unitario. Naturalmente — prosegue Urzì — il progetto è aperto a tutti coloro che intendano contribuire. I partiti nazionali però stiano fuori». Con Vezzali aderisce ad Alto Adige nel cuore una fetta del gruppo storico di Forza Italia. Tra loro Stefano Angeli e Mario Tagnin. «Abbiamo consiglieri comunali a Bolzano, Bressanone, Vadena e siamo presenti anche nelle circoscrizioni» fa notare Antonio Bova, consigliere comunale a Bressanone.